Negli anni 90 ho vissuto tutta la mia adolescenza e sono grata di aver assorbito tanto da quegli anni. All’epoca ero una studentessa del Liceo Artistico (Sperimentale, of course) e passavo la maggior parte del mio tempo divertendomi, disegnando ma soprattuto spendendo tutti i soldi che avevo in fumetteria e al videonoleggio.
Mia nonna era stata una parrucchiera e mia madre è stata cresciuta con una forte fissazione per la moda e l’estetica legata a quel mondo, con riferimenti alti a riviste che circolavano in quantità altissima in casa mia: Vogue, Marie Clarie e tutto quel circolo di carta che ci insegnava come vestirci ma che soprattutto a chi aveva un occhio critico e artistico (eccomi!) insegnava cosa fosse la fotografia autoriale attraverso la fotografia di moda.
Erano anche gli anni del minimalismo, di quel punk secco e b/n da magazine, che aveva superato gli anni 70 e 80, si era ripulito e si riproponeva in una chiave asciutta e di una violenza intima e giovane che vedeva la sua espressione con gli Skaters e Harmony Korine. Sì, c’era anche il grunge, ma nelle mille sottoculture e sfumature quello che piaceva a me era un grunge contaminato da un punk a tratti elegante e legato al vivere comune.
E tra i colori New-Pulp che esplodevano vividi e saturati anche nei cartoni di MTV o nei fumetti di Tank Girl io ritagliavo l’estetica di quella che per me era la donna perfetta.
La ritagliavo veramente: Vogue e le altre riviste prima di passare a miglior vita passavano dalle mie mani ossessivo compulsive, venivano scansionate minuziosamente pubblicità, articoli, editoriale e strappavo le immagini più belle che rappresentavano perlopiù donne in abiti e posizioni realistico-utopiche di quella classe, un pop-punk a volte romantico, altre decadente.
E tra tutto.
C’era Lei.
Stella Tennant.
Tutto di Stella Tennant esteticamente era diverso da me.
Spigolosità del corpo, composizione delle carni, palette cromatica.
Tutto.
Portavo le sue foto dalla parucchiera che ogni volta mi spiegava che per la forma del mio viso e la tipologia dei miei capelli non sarebbe mai riuscita a ricreare lo stesso effetto su di me.
Non potevo essere lei, la mia musa.
E così l’ho disegnata.
C’è un po’ di lei in qualsiasi donna io disegni.
E il 22 dicembre è morta a soli 50 anni a pochi giorni dal suo compleanno.
Lei non lo ha mai saputo, ma è una piccolissima parte di me.
