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Arriva Pirò(n)

Siete romagnol*?

Conoscete Pirò?

Io ho imparato a conoscerlo fin da bambina quando al primo sbadiglio la mia mamma mi diceva “È arrivato Pirò!”. Chi era Pirò? L’omino del sonno, ok, ma se chiedi in giro non si sa molto di lui. Chiedendo negli anni (e vivendo ora in provincia di Cesena, io sono di Ravenna) ho scoperto che non tutti lo conoscevano, neanche a Ravenna.

Se parlavi del Mazapegul, tutti unanimi e a conoscenza della tradizione, Pirò invece viveva nella nebbia, come un vero romagnolo.

Anche nel web è difficile trovare fonti che “vadano d’accordo”. Nella serie YouTube Romagna Slang danno una spiegazione ma se si cerca un po’ in giro ho trovato testi con info ancora diverse, nello specifico che il nome Piron (Piero) derivi dalla fiaba Pirì Pipeta.

A pag.02 del La Ludda (riedizione 2009 di una prima edizione del 2001) si legge questo:

7. Piron, apportatore del sonno «In Nota sopra un detto romagnolo: E’ ven Piron, G. Bellosi, nel segnalare questo detto rivolto al bambino che sta per essere colto dal sonno, rileva che Piron esprime la personificazione del sonno, ma in passato l’appellativo presumibilmente era stato attribuito a un personaggio portatore del sonno. A San Pancrazio è stato raccolto il detto E’ riva Piron / ch’e’ bota e’ sabion (arriva Piron che butta la sabbia): espressione da cui si potrebbe desumere che Piron aveva un sacco, contenente la sabbia che getta negli occhi per provocare il sonno infantile. In effetti, Piron è comparabile ad altri personaggi delle tradizioni europee, quali il «mercante della sabbia», «l’uomo della sabbia» (Sandmann), il Mago sabbiolino. Costoro gettano manciate di sabbia negli occhi dei bambini assonnati i quali tentano, ma invano, di espellere i granelli fregando le mani sulle palpebre arrossate. Spesso a questi personaggi è attribuito un sacco, da cui è tratta la sabbia. Un sacco porta anche «l’uomo nero» o «uomo del sacco», che vaga nella notte per chiudervi i bambini che trova ancora svegli. A Fusignano – come Bellosi ha segnalato – Piron è localizzato nella casena, cioè nel fienile, situato generalmente sopra la stalla. Oppure si dice che Piron vende il pane all’angolo della strada. Presumibilmente Piron e gli altri personaggi sopra indicati erano derivati dal genio tutelare del focolare, il quale si cela alla vista dei membri della famiglia rifugiandosi di giorno nei luoghi più appartati della casa, dove svolge diligentemente il compito di conservare e moltiplicare le vivande, i raccolti, il bestiame della stalla. E, come per Safa presso gli Osseti, gli era attribuito anche il potere di dispensare il sonno ai bambini.» (p.99) 3. Pirbórs «Il cap. VII al § 7 fa riferimento al genio, dispensatore del sonno infantile, che in Romagna assume l’appellativo di Piron. Nel precedente paragrafo di questo capitolo al protagonista di fiabe AT 330 – diffuse particolarmente nell’Italia nord-orientale – sono attribuiti appellativi che variano in Pirì, Pirèn, Pieri, accompagnati o meno da riferimenti alla sua pipa sempre accesa. All’incirca nella stessa area geografica gli stessi appellativi sono conferiti ad astri che splendono nel cielo notturno. In Romagna Pirbórs, detto Pir Burson a Faenza, indica l’astro di Venere che appare alcune ore prima del sorger del sole. A Castel Bolognese Pir Bursa è invece identificato con Sirio, la stella che segue i «tre Mercanti», ossia è vicina alle tre stelle del cinto di Orione. La borsa, inserita nell’appellativo, è in relazione ai quattrini che sarebbero ivi contenuti. Nel Mantovano Pédar Borsa è la stella parallela e vicina alle tre stelle del cinto d’Orione, dette tri šgador (tre falciatrici), che Pédar Borsa segue per recare loro la colazione. Quale personaggio delle tradizioni locali, Pédar Borsa è «un furbo matricolato per alcuni; un ladruncolo non meno scaltro per altri. Per i primi il patronimico gli verrebbe dall’ernia (dial., borsa) da cui è afflitto; per gli ultimi, da una borsa di carantani sgraffignati». Nel Veronese occidentale (Pai di Torre del Benaco) Sirio è chiamato Piero Pontara.» (p. 103)

Ora io non so come mai non tutti i romagnoli lo conoscano e come sia possibile che nella stessa via una madre lo invochi e un’altra no ma sono riuscita a risalire alla nascita di Pirò e vi lascio qui nelle immagini i pochi testi che parlano di lui (e dai quali ho capito perché facevo fatica a trovarlo anche online, non per tutti è Pirò, i più lo chiamano Piròn).

Il mio Pirò è ovviamente dolce, buono e magico. Il sabbione è la sabbiolina magica che porta sogni belli e lui è uno spiritello che si confonde tra il buio e le stelle.

Sono molti mesi che mi preparo a questa storia ma non l’avevo mai messa giù e per fortuna  Francesca Baldassarri mi ha dato il pretesto con la sua bellissima challenge di finalizzarla.

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